STUDIO NOTAIO TERRACINA

IL TRUST SCONTA IMPOSTA FISSA DI REGISTRO.

MA A COSA SERVE IL TRUST?

Di recente la Cassazione ha riaffermato la tesi per cui la segregazione di beni in trust sconta la sola imposta fissa di registro, e non l’imposta di registro proporzionale nè l’imposta di donazione.

Di cosa stiamo parlando?
Il trust è un negozio di diritto straniero, che è quindi disciplinato dalla legge straniera scelta dal disponente.
In estrema sintesi avviene questo: un soggetto (disponente) vuole che determinati beni suoi escano dal suo patrimonio, per formare un patrimonio separato e destinato ad uno scopo, spesso a vantaggio di alcune persone determinate ( beneficiari).

A tal fine li trasferisce ad un soggetto (trustee) che diviene intestatario dei beni (se si tratta di immobili, nei pubblici registri ed in catasto sono a lui intestati) ma questi beni non entrano realmente nel suo patrimonio, ne formano uno distinto, che il trustee amministra secondo le istruzioni e volontà del disponente.

Secondo Cassazione Civile, Sez. V, 17 luglio 2019, n. 19167 – (Pres. Chindemi, Rel. Russo)
“Nel trust, un trasferimento imponibile non è riscontrabile, né nell’atto istitutivo né nell’atto di dotazione patrimoniale tra disponente e trustee – in quanto meramente strumentali ed attuativi degli scopi di segregazione e di apposizione del vincolo di destinazione – ma soltanto in quello di eventuale attribuzione finale del bene al beneficiario, a compimento e realizzazione del trust medesimo.”

La giurisprudenza quindi riconosce che trasferire beni al trustee non è fiscalmente un vero trasferimento di ricchezza, pertanto non è soggetto a imposta proporzionale. Solo il trasferimento finale dei beni in trust ai beneficiari sconterà la relativa imposta.

Ma perché qualcuno dovrebbe costituire un trust?

Spesso viene richiesto al professionista per finalità di protezione del patrimonio, magari in situazione già di pre- decozione avanzata.
E con modalità tipo: ho una villa, la intesto a mio fratello come trustee perchè ne faccia beneficiare i miei figli.
Ecco, non funziona. I giudici non sono tanto ingenui. La revocatoria è garantita.

Piuttosto è il caso di utilizzarlo come strumento di pianificazione familiare, anche successoria, come alternativa alla donazione, per garantire un maggior controllo e più vincoli sul patrimonio nel passaggio generazionale.

Per esempio: sia il padre che la madre hanno un ingente patrimonio, vorrebbero averne il pieno controllo fino alla sopravvivenza dell’ultimo coniuge, poi passarlo ordinatamente ai figli.

In questo caso si potrà anche beneficiare degli effetti di protezione del patrimonio dato dalla segregazione di beni in trust, ma deve essere chiaro che ci deve essere una motivazione, o meglio una causa forte, un vero progetto che sostenga il trust, perché la magistratura guarda con diffidenza i “trucchetti” tendenti a salvare il patrimonio dai creditori: se l’unico fine del trust è questo, viene facilmente smascherato.

Quindi usiamo il trust per sfruttare appieno le sue potenzialità.

Ora è possibile perché è assistito da una imposizione fiscale molto favorevole, inferiore anche all’imposta di donazione.
Come sempre, parlatene al vostro notaio di fiducia.

Dott. Valeria Terracina

Notaio in San Donà di Piave Corso Trentin 108
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