Cassazione 11014 del 30 aprile 2019
Finalmente arriva la pronuncia della Suprema Corte sull’imposizione fiscale del mandato ad alienare!
E sono ottime notizie!
Facciamo un passo indietro: cos’è il mandato ad alienare?
Nella sentenza si tratta di un’ipotesi particolare di mandato ad alienare, il mandato senza rappresentanza con strumentale trasferimento dell’immobile.
Per dirla in parole semplici, e non molto tecnicamente precise , ma giusto per farci capire dai non addetti ai lavori:
è l’atto con cui una persona (Tizio) trasferisce ad un’altra (Caio) un immobile, perché Caio lo venda ad un terzo e consegni al mandante Tizio il prezzo.
Finora l’Agenzia delle Entrate ha sempre preteso, per questo trasferimento, l’imposta sugli atti gratuiti, perché il trasferimento tra Tizio e Caio non prevede corrispettivo.
Ma ora su ricorso di un valoroso collega, la Cassazione ha giustamente riconosciuto che queste imposte non sono dovute: infatti il trasferimento non costituisce nessun arricchimento per Caio, che deve vendere il bene a terzi e dare il prezzo a Tizio.
Per tale motivo, essendo il trasferimento strumentale all’incarico, è chiaro che l’atto sconta solo l’imposta fissa, in analogia con gli arresti giurisprudenziali in materia di trust.
Il mandato ad alienare ha iniziato a diffondersi in diversi contesti, in cui il proprietario desidera che l’immobile sia intestato a chi ha l’incarico di venderlo.
Con questa sentenza non solo si afferma la legittimità, in sè, di questo strumento, ( in quanto eventuali abusi dello stesso in frode alla legge debbono essere provati) ma soprattutto lo si rende fiscalmente molto appetibile.
L’Agenzia delle Entrate si piegherà alla Cassazione o dovremo aspettarci battaglie?
Intanto pensiamo all’utilizzo di questo versatile strumento.
Parlatene con il Vostro Notaio di fiducia.