CASSAZIONE 19758/2019.
Se un creditore aggredisce un bene costituito in fondo patrimoniale, cosa succede?
Secondo la Suprema Corte, che riprende una precedente sentenza (4011/2013), è il debitore aggredito che, per salvare il bene costituito in fondo patrimoniale, deve provare due elementi:
– che il debito NON era stato contratto per i bisogni della famiglia;
– che il creditore sapeva che il debito NON era stato contratto per i bisogni della famiglia.
Se non riesce a fornire queste prove, il bene sarà aggredito dai creditori.
Ma quali sono i debiti contratti nell’interesse ( o non ) della famiglia?
Secondo la giurisprudenza, sono sicuramente NON nell’interesse della famiglia ( e quindi i creditori NON possono aggredire i beni del fondo) solo i debiti contratti per esigenze voluttuarie ( es. il Leasing della Ferrari) o speculative.
Invece resta la grande incognita dei debiti contratti nell’ambito dell’attività di impresa e del lavoro autonomo, perché si può sostenere che queste attività sono esercitate per mantenere la famiglia , quindi nel suo interesse.
Anche per i debiti tributari bisogna vedere se il debito poteva essere ricondotto o meno alle esigenze della famiglia.
Ma allora, a che pro facciamo un fondo patrimoniale?
Sicuramente protegge nel caso di debito contratto per acquisto voluttuario o speculativo, che non è poco.
In ogni caso anche per altri debiti è possibile provare, o almeno tentare la prova, che il debito non è stato contratto nell’interesse della famiglia.
Questo potrà servire, se non altro, a rallentare l’azione del creditore, ed in un momento di difficoltà potrebbe essere un’utile dilazione che permette al debitore di far fronte all’incombente, oltre che di far valere le sue ragioni.